La lesione\rottura\frattura dl menisco è sicuramente la patologia più frequente del ginocchio e probabilmente la patologia più frequente in ortopedia.
Argomento molto complicato e ricco di variabili va affrontato sempre tendendo sempre presente l unico postulato su cui tutti gli addetti ai lavori sono concordi: se possibile salvarlo.
Ci sono alcune lesioni che obbligano noi chirurghi ortopedici ad intervenire. Quando si ha una lesione a manico di secchio, una lesione a flap o una lesione post-traumatica in uno sportivo professionista. In questi tre casi, secondo il mio modo di affrontare la patologia , va effettuata subito un artroscopia per valutare il tipo di lesione e decidere se asportare una porzione o meno frequentemente suturarla.
Per quanto riguarda le lesioni post traumatiche dei soggetti non professionisti il consiglio è di aspettare almeno 20 gg perché il menisco ha una zona vascolarizzata che può cicatrizzare con il riposo da attività pesante o sportiva. Monitorando il quadro clinico, visitando il paziente, si può decidere se prendere una strada conservativa o no.
Discorso differente per le lesioni croniche degenerative.
Oggi la società è cambiata e spesso si possono incontrare pazienti over 60 con alta richiesta funzionale che vanno considerati alla stregua di sportivi agonisti. Sono questi i casi più complicati.
In generale il mio pensiero è: mai operarle in pazienti over 70 o in over 65 non sportivi in prima istanza. Sempre imboccare una strada conservativa con fisioterapia ed eventualmente associare delle infiltrazioni con acido ialuronico o fattori di crescita.
Per tutti gli altri scenari bisogna valutare ogni caso clinico specifico visitando con cura il paziente e studiando bene le immagini di risonanza magnetica avendo sempre presente l unica certezza: se possibile salvarlo e se si decide di operare asportarne il meno possibile e laddove sia possibile suturarlo
Un ultima considerazione: il suddetto discorso è da tenere ancora più presente se si tratta di un menisco esterno. Il compartimento esterno, a causa della sua conformazione anatomica, soffre maggiormente per l asportazione, anche se parziale, del suo ammortizzatore.